25 aprile polemiche, intellettuali e offerta lampo
Ho cercato tutto il giorno il mio libro di storia ma non l’ho trovato. In compenso ho trovato una foto di un tipo che lo vendeva su ebay. Ha fotografato anche il frontespizio con il cognome del proprietario e la frase: «È ora di cambiare …….. Milano capitale»
Questa è la prova che in molti hanno usato il Villari, che molti hanno raggiunto la maturità ed alcuni anche la laurea.
#zezzwoski

non sono dimostrabile
Mi sono testimoni i miei compagni di classe; ma non ci giurerei sulla loro memoria ormai compromessa dalla demenza senile.
Era un giorno di aprile del 1989, qualche mese prima della maturità e come da programma eravamo alla fine della seconda guerra mondiale. Mussolini era caduto mentre il mio orologio segnava le 13:30 di 44 anni dopo la sua disfatta. Stava per suonare la campanella, quando la mia insegnante decise di fare un’ interrogazione lampo in storia. Dei 25 presenti in classe chiamò alla cattedra 24, così per dire. Io ero quello rimasto seduto al banco.
Credetti di averla fatta franca, come un vile pensai «è toccato ai miei compagni, a me non succederà niente» ma invece interrogò solo il sottoscritto.
Non ho mai capito se quello era nazifascismo o se il mio modo di pensare era la più naturale strada per farlo rinascere. Fatto sta, che dopo ancora 30 anni mi brucia la parte terminale del colon, come a molti invece la fine di aprile di ogni anno.
Non ho partecipato a nessuna manifestazione del 25 aprile quest’anno. Dopo due anni di battuta d’arresto per via della pandemia, ho capito che potevo farne a meno. Non era necessario andare tra quella gente magari ancora virulenta e con la confusione di bandiere e canti. Il fatto è che sto scivolando pacificamente verso un’anarchia funzionale al sistema. Se non posso avere una ragione schierandomi, è sicuro anche di non aver torto sfuggendo alle bizzarre coalizioni di gruppo proposte. L’anarchico del 2022 è parte sana della società, senza livelli di tossicità preoccupanti, senza necessità di memoria e coerenza.
L’anarchico che rappresento, pur apparentemente indolente, è libero, non ha impegni politici, non ha padroni, non ha partiti, idoli e beniamini. Non ha vessilli, bandiere, giubbotti, sciarpe e mascherine tricolore. Non ha divisa da clown, né slogan da majorette. Insomma, anche se da abusivo, sto in grazia di Dio.
A dirla tutta non sono uscito perché una APP del telefono mi ha avvisato che un pacco era in consegna per il 25 aprile. Sì perché, in un giorno di festa, si lavora in nome di quella libertà che il colosso americano ha voluto per tutti noi più 70 anni fa.
Una mattina mi son svegliato e ho trovato amazon!
Non è un’esagerazione, una parte della società lavora ed è convinta di farlo perché fortunata. Un’altra parte è in piazza a difendere quella fortuna con bandiere e canti. L’altra parte della società, sentendosi offesa dai canti ‘esclusivi’ e ‘divisivi’, protesta per mancata visibilità politica e sociale. Destra grigio-perla e sinistra rosa-pallido nel tentativo di sembrare credibili nell’arena.
Qualcuno dirà «ma come? tutti quei morti per la tua libertà?». Io non parlavo di loro infatti, che erano la maggioranza, erano compatti e uniti. Probabilmente ingenui, prima con il nemico poi con il liberatore. Al loro coraggio, che non è più dei nostri tempi, va tutta la mia ammirazione.
Ma nessuno conserva mai i libri di storia per verificare i fatti. Chi li ha conservati, ha anche lasciato traccia scritta del futuro che sarebbe arrivato (vedi foto), della manipolazione dei fatti e della storia. Ha vinto l’abilità di un messaggio contraffatto che continua a servire alle due parti per tenere il gioco in mano, farti indossare una maglia e sventolare una bandiera.
Chi non vuole il futuro trova sempre una scusa nel passato. C’è chi si aggrappa a quel passato nella speranza di vincere e c’è chi scappa per la stessa ragione. Il vero pericolo è credere a questa libertà in offerta speciale un giorno all’anno.
Comunque il corriere alla fine non è arrivato! Il colosso americano alle 8:00 ha precisato che era in consegna, l’ha ripetuto per tre volte. Poi alla fine della giornata ha scritto: «siamo spiacenti, il corriere non l’ha trovata in casa» e continua a bruciarmi il culo.