Viaggio in Ruanda (prologo)

da | Ago 29, 2019 | Social | 1 commento

..non era necessario questo blog, esattamente come non era necessario pensare che non lo fosse.

non sono dimostrabile

Cosa fa un blogger quando parte? Non lo so, è la prima volta che parto da blogger. Poteva bastare la bacheca di facebook ma non potevo mettere la pubblicità, fornire accessi e altre cose troppo tecniche da elencare. Già scrivendo così rischio di perdere la vostra permanenza. Quindi a questa riga sparo la prima pubblicità ad un altro blog farinespeciali.it

Vado in Africa, esattamente in Rwanda o Ruanda. A fare? Penso… farmi venire dei dubbi sulle ragioni dell’esistenza umana, che detto in parole semplici vuol dire: non lo so. Racconto storie quotidiane perché il mondo è pieno di gente invisibile. I vicini di casa ad esempio, l’elettrauto, il mio fruttivendolo. Hanno universi paralleli ricchi di colori; astucci pieni di pastelli a spirito, costretti ad evaporare senza mai lasciare traccia di un disegno. Non rubo colori lo giuro, ma è forte la tentazione di infilarci la mano e ravanare tra i carioca e i giotto, con i tappi rosicchiati del verde chiaro e rosso carminio. Dimenticavo il grigio chiaro per il contorno nuvole.

Vado nel continente nero! Dicono che l’ Africa guarisca. A garanzia di tale affermazione, parto con una discreta farmacia a coprire ogni possibile patologia. Quasi tutto si concentra in un punto preciso del corpo: la pancia. L’occorrente chimico per non vomitare, gastro proteggere, evacuare in comode porzioni. Ho fermenti lattici ultra pro, stile offerta sky + telefono + luce e gas. Contro la diarrea una boccetta magica elencata a nomenclatore sanitario con la voce: blocca ma non tappa.  Antibiotici a largo spettro per non essere attaccato da batteri, vaccini per essere immune dal passaporto di cittadino del mondo.

Si parte così per l’Africa, per invaderla con la nostra sicurezza in nome e per conto delle loro paure di vita o morte, mentre per profilassi ti riempono il corpo di antivirus. Mi sento come il Norton in versione demo per 15 giorni; basta trovare il crack poi è per sempre. Google mi avvisa, ogni 10 minuti, che ho tre aerei che mi porteranno all’equatore; è lì che vado. Senza computer, poco internet e uno smartphone su cui ho installato l’intero play store.

Negli ultimi quindici giorni ho ascoltato i racconti D-E-T-T-A-G-L-I-A-T-I della diarrea per adattamento, di tutti i miei amici viaggiatori. Scariche infette dell’apparato digerente sparse per tutto il pianeta terra. Nessuno pensa alla pancia come il centro delle nostre emozioni più autentiche e vitali ma solo come una zampogna nella quale buttare di tutto. Poi ad un certo punto la zampogna suona e avverte il gentile pubblico che il presepe deve chiudere. Comunque la zampogna è considerato bagaglio a mano, sale con voi.

Mi sono soffermato su una delle ultime clausole della mia polizza assicurativa viaggio: «in caso…, è garantito il rimpatrio della salma».
A questo punto non bado a spese, spunto l’opzione Prime.

#zezzwoski: ora vado, google insiste.