Because Sanremo is Sanremo (ma non sempre)
Because Sanremo is Sanremo! Presente quando dici alla festa patronale o alla sagra «quest’anno non ci vado!». Ecco Sanremo è un evento che ti perseguita anche se, da italiano, vai a vivere nell’isola più a nord della Groenlandia, con soli 8 abitanti. Il Te Deum che annuncia l’eurovisione scavalca le alpi, supera il mare della Norvegia e viene e ti fa: Parappappapapparà… because Sanremo is Sanremo! Già! Anche se sei lontano, sperduto tra neve e ghiaccio, su un’isola deserta, qualcuno o qualcosa ti avviserà che c’è Sanremo. O meglio Sanremo è nell’aria fredda di febbraio e lo sai anche se sul calendario non hanno cerchiato le date. Nell’era mediatica e social in cui viviamo è impossibile sfuggire all’evento.

non sono dimostrabile
Sanremo mette fuori le lenzuola buone del corredo degli italiani. Quelle ricamate, con pizzi e merletti, riposte in fondo a qualche cassetto. Quelle che nessuno userebbe mai perché o troppo sacre, o troppo scomode o solamente perché sempre puzzolenti di muffa.
Sono le tipiche lenzuola dove si dividono intere famiglie al momento dell’eredità, contese pur sapendo di non utilizzarle mai, ma per una questione di principio si devono possedere.
Così è Sanremo, ti fa cagare ma alla fine la tua la devi dire, come fosse un semplice censimento ma con l’obbligo di legge.
Because Sanremo is Sanremo (ma non sempre)
Il mio rapporto con Sanremo è sempre stato complicato. Lo seguo solo negli anni bisestili ma molto di più dei mondiali di calcio. Anche se, nel caso dei mondiali, mi consola la durata di soli 90 minuti e la grigliata sul balcone a fine partita. Invece alle serate sanremesi devi essere già ‘mangiato’ a inizio sigla. Non amo le polemiche e i giudizi popolari suffragati dal nulla, perdo la concentrazione in tante ore di spettacolo, soprattutto devi stare zitto mentre gli altri ascoltano la musica e le tue parole sono meglio del contenuto di molte canzoni.
Perché spaventa la musica di Sanremo?
Ecco! La nuova musica di Sanremo spaventa perché cinque giorni ad ascoltare musica ‘inedita’, spesso cantata da artisti terrorizzati più per l’esposizione mediatica che per la difficoltà del brano. Musica che non hai il tempo di metabolizzare, farla tua insomma. Eppure ci sono formule matematiche per vincere Sanremo o comunque piazzarsi in una buona posizione. Servono brani semplici, orecchiabili, inciso in struttura binaria o se volete essere innovativi, basta prendere un cantante/autore che scrive e canta più o meno sempre nello stesso modo. Così aiuti lo spettatore a orientarsi subito senza sconvolgerlo. Because Sanremo is Sanremo e uno deve vincere per regolamento.
Ma se tutto questo non bastasse, allora si fa così: prendi un brano nuovo; prima e dopo ci canti due brani popolari (già melodicamente acquisiti) in versione mezza cover, mezza originale. Così il pubblico si tranquillizza, vedi cioè il nuovo cantante che canta con chi già ce l’ha fatta. Il nuovo spaventa sempre e il classico rasserena. Anche questa è una formula collaudata. Ovviamente il cantante del brano vecchio deve essere in vita, altrimenti il pubblico da casa scrive: «si sta rivoltando nella tomba». Anche questa affermazione è dimostrabile. Il nuovo ci fa sempre paura (PUNTO)
Sanremo è un potente antidepressivo?
Si! A livello sociale lo è, non dura ma distrae per 5-6 ore. La TV ha una funzione sociale importante, racconta alla gente quello che la gente vuole sentirsi raccontare. Inutile provare a proporre altro come alternativa per menti eccelse, l’effetto scatena rabbia e frustrazione nell’ ‘usufruitore’ perché si sente considerato stupido.
Because Sanremo is Sanremo! I discorsi seri si possono fare ma a tarda serata, quando ormai le benzodiazepine mediatiche sono in circolo. Allora puoi garbatamente affrontare qualche argomento anche divisivo. No alla guerra, no a immagini strazianti, no a discorsi seri e pedanti. Sanremo è Sanremo e a fine kermesse deve dare un vincitore socialmente funzionale.
Esistono complotti a Sanremo?
Se sei NO-VAX allora ti rispondo SI! È tutto organizzato! Le case discografiche applicano le stesse regole delle case farmaceutiche, è così e lo sai già. I negazionisti di Sanremo ci sono, esattamente come ci sono i negazionisti del COVID. Con un’eccezione: il vaccino anti-Sanremo lo producono i consumatori della musica scegliendo cosa ascoltare nei mesi successivi la proclamazione del vincitore. Il complotto esiste dalla notte dei tempi, non è un invenzione, abbiamo sempre organizzato l’uccisione del tiranno e lui alla fine muore per farci sentire contenti.
Comunque le ultime edizioni di Sanremo le presentava Amadeus e non Giulio Cesare, non c’era nessuna co-conduttrice/re con il coltello dietro le quinte. La televisione è uno strumento delicato, gli autori pesano ogni istante di programmazione con lo scopo unico di fare ascolti (quindi vendere pubblicità). Questo è l’unico inevitabile complotto di cui siamo spettatori. Esiste l’antidoto che si chiama telecomando ma se poi ritorni a vedere Sanremo allora il complotto ti piace.
Sanremo aiuta il movimento LGBT+?
L’unica evoluzione sociale raggiunta è che siamo passati dai baci a stampo tra Pippo Baudo e Benigni, al limone tra Fedez e Rosa Chemical. Io fino a quando non vedo un bel 69 sulle sacre assi del teatro sanremese non ci credo. Se si baciano due etero, che rimarranno tali, non vedo lo sdoganamento e l’accettazione del gesto. L’omofobo rimarrà tale anche dopo Sanremo e, per di più, continuerà ad odiare chi invece si bacia per amore. Anche se il popolo LGBT+ esulta sempre via social, io rimango pragmatico: se due etero giocano a dottori e un gay guida l’ambulanza… io avviserei l’antitrust.
Ho impostato la TV per lo spegnimento programmato, hanno proclamato un vincitore a Sanremo. Me lo ha detto Morfeo questa mattina quando è uscito dal mio letto, dandomi un bacio e sussurrandomi: «stanotte sarai di nuovo mio»